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sabato 30 aprile 2016

Il lavoro nasce sotto i cavoli

I bambini non sono creature programmabili e la loro imprevedibilità, spesso, ci fa traballare.

Inseguendo nel bosco il sentiero delle primule e violette, col respiro affannato per la dolce salita, ma rigenerato dalla brezza marina che sull'Appennino si mescola con quella collinare, guidati da gorgheggi e cinguettii, quando meno te lo aspetti, il seienne ti infila lì una domanda esistenziale.


Semola (a cui dovremo trovare un altro nomignolo, in quanto i capelli si son ormai scuriti) dal nulla rompe il sacro silenzio boschivo e come nel quiz dei quiz, senza che neanche possa indossare le cuffie, mi pone il Domandone: "Mamma, ma come si fa a..."

Mille volte disposto a parlarne, preso alla sprovvista, hai la testa vuota come all'inizio di un esame orale.
Con la mente scorri velocemente i testi letti, gli appunti presi: sei pronto ad incespicare qualcosa sull'argomento, come nascono i bambini, da dove arrivano, come si creano.
Non hai mai voluto che la domanda rimanesse sospesa nell'aria o vittima delle fantasticherie più contorte. Con le parole giuste si può raccontare la verità, tutta la verità nient'altro che la verità, anche ai bambini più piccoli. Si deve.
Le ho le parole giuste, ci ho pensato, non sono impreparata. E se il discorso prende la giusta piega posso anche raccontare qualcosa di sensato sui temi "più scottanti" d'attualità! Posso spingermi oltre le colonne d'Ercole dei tabù riproduttivi e affrontare gli "spaventevoli mostri" Gender e Arcobaleno.

Intanto il pargolo incalza: "Mamma, ma come si fa a..."
Ripasso mentalmente. 
Come parto? - Figlio mio - è un cult, si inizia sempre così..."hai presente le api e i fiori?" , noooo mi sto perdendo, riprenditi...ce la puoi fare, ce la puoi fare: hai studiato, sei preparata...hai fatto anche un po' di pratica suvvia!

- "Mammaaaaaaaaa? Mi ascolti?"
- "Sì, sì...dimmi...figlio mio"
- "Mamma sei strana, come parli?!"
- "Ok, dimmi."
- "Mamma, ma come si fa a...(ok, respira, ci sei, sei pronta)...a trovare un lavoro?"

COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA?
E ora?! ... mo' che gli dico! Su questo argomento devo proprio improvvisare.
Lui chiede a me, A ME, come si trova un lavoro, è come chiedere a cappuccetto rosso di diventare guida alpina!

Per carità non è una colpa individuale, il male è diffuso (ma non per questo per metà c'è da ridere!) i tempi son quel che sono: tutto è liquido, se non liquidato, e anche il lavoro non sfugge a questo nuovo stato della materia sociale. Anzi si prospettano tempi, ahimè maturi, per un ulteriore passaggio di consistenza, verso la svaporizzazione, verso lavori evanescenti come l'aria.

E' l'enigma della post-modernità, su cui ci interroga una inquietante cyberSfinge, pronta a saltare al collo del povero precario che tentenna a rispondere al quesito: "cosa e perché è contemporaneamente necessario, evanescente e irreperibile?" ed anche "tutti lo cercano, anche chi ce l'ha, ma nessuno sa bene più dove si trovi!"

Che poi forse sarebbe ora di cambiare prospettiva, perché caro "il mio lavoro", non è te che cerco! Che a dire il vero con due pargoli, una casa, un tirocinio, due blog, alcune collaborazioni editoriali, varie ed eventuali passioni e tanti interessi che chiunque di noi potrebbe enumerare per ore, come parte di sé e della propria vita, nessuno certo è a corto di occupazioni!

Ciò che si cerca, a volte anche disperatamente, è un reddito.
Qualcuno penserà ancora che siano la stessa cosa. E' un vecchio sillogismo, una vecchia corrispondenza che va cambiata, pena la mancata evoluzione della società, oggi ancorata a schemi e meccanismi passati, che rendono il sostentamento ancora troppo dipendente da una risorsa sempre più scarsa.
Persino il mio pargoletto curioso che mi interroga, in realtà non cerca un lavoro, ma dei soldi, per realizzare una piccola grande idea.

Ah già il pargolo. Mi sta chiamando.
- "mammaaaaaaa, mi ascolti? Mamma non startene lì impanata! Insomma io non ho ancora capito, dove lo trovo un lavoro? Dove devo andare per lavorare? Ma....bisogna pagare per lavorare?"
Zitto, figlio mio, per carità! Per fortuna siamo nel bosco e nessuno può sentirti! Qualcuno potrebbe pensare che sia una buona idea, far pagare per lavorare, potrebbero rubarla e spacciarla pure per propria! 
- "No, no, per fortuna (ancora) no!"
- "E allora? Come faccio?"
- "Ehm sì...allora nell'alveare ci sono le api operaie che lavorano tanto e l'ape Regina che..."
- "mamma, cosa c'entrano le api? Non capiscoooooooooooo!"

Soffio di brezza marino-collinare. Respiro.

- "...hai presente i cavoli nell'orto del nonno? Ecco. Prova a guardar lì sotto!"

- Che lavoro fai? Un lavoro del cavolo! -
(esempio di dialogo che ha più di una verità di base)

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