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lunedì 13 aprile 2015

"Ma è da femmine?"

"Mamma...ma è da femmine?" mi chiede mio figlio, con un'aria a metà strada tra il dispiaciuto e il contrariato.


Chissà perchè ad un certo punto, che lo si voglia o no, questa domanda arriva!

Arriva, più o meno, anche il reciproco femminile. La mamma di qualche bimba lo potrà confermare: il rifiuto categorico della propria piccola di vestirsi con abiti dalla foggia "troppo maschile".
Esistono però tra i generi delle differenze, infatti raramente le attività considerate "da maschi" sono snobbate dalle bambine con la stessa fermezza dei loro compagni.

La stessa etichetta "maschiaccio" ha una connotazione più positiva rispetto al corrispettivo "femminuccia", questo perchè implicitamente si riferisce a caratteristiche come l'agilità, l'intraprendenza, il coraggio e il gusto per il rischio, giudicate tutt'altro che negativamente!

In generale è quindi considerato meno "pericoloso" per l'identità di genere delle piccole donne "concedersi" attività culturalmente attribuite ai maschi piuttosto che il contrario per i bimbi, e questo è un argomento, purtroppo, di preoccupante attualità.

Pregiudizi e stereotipi sociali si insinuano subdolamente nelle nostre scelte educative, precludendo esperienze e "piaceri" ai ragazzi in crescita.

Come il piacere della manualità legato ad una attività come quella del ricamo!


Volete mettere la soddisfazione di muovere le piccole dita per centrare quei minuscoli forellini con l'ago e far scorrere al loro interno il morbido e colorato filo di lana, prestando scrupolosa attenzione a che non si ingarbugli?
E poi ripetere e ripetere il movimento, fino a che esso non diventa routine e insieme ai gesti lasciar correre i pensieri, lasciar lavorare la mente.


Lo studio dello sviluppo psichico del bambino è intimamente connesso con lo studio dello sviluppo del movimento della mano.L’intelligenza del bambino raggiunge un certo livello, senza far uso della mano; con l’attività manuale egli raggiunge un livello più alto ed il bimbo che si è servito delle proprie mani ha un carattere più forte. Così anche lo sviluppo del carattere, che sembrerebbe un fatto tipicamente psichico, rimane rudimentale se il bambino non ha la possibilità di esercitarsi sull’ambiente (al che serve la mano)."
Tanto per citare una delle fonti più autorevoli sulla connessione mente-movimento della mano: Maria Montessori.

Intanto dal mondo della scuola arrivano notizie allarmanti di movimenti di genitori che si oppongono fermamente a proposte didattico-educative volte ad abbattere proprio stereotipi di genere e discriminazioni alla base di bullismo e prevaricazioni e a diffondere la cultura della tolleranza e del rispetto delle scelte personali.

I suddetti movimenti reazionari temono che alla base di questi interventi educativi si possa nascondere l'opera di una fantomatica organizzazione guidata dalla cosiddetta ideologia del gender (che non esiste!) che punterebbe a generare "confusione" nell'identità sessuale di bambini e ragazzi, sovvertendo un ordine di "valori" consolidato nei secoli dei secoli (e alla base, fondamentalmente, della supremazia di alcune persone su altre - nda).

Vengono di conseguenza presi di mira programmi, interventi, seminari, laboratori, attività e quant'altro fornisca informazioni che inducano le nuove generazioni a liberarsi da costrutti preconfezionati, aprendo nuovi scenari di libero arbitrio.

Il grido di allarme lanciato in questi casi è ..."induzione alla omossessualità"!

Io che già sono terrorizzata per varie ragioni dall'ingresso ormai prossimo nel mondo della scuola dei miei figli, mi auguro vivamente di non incappare in questo genere di questioni. Spero anzi possano avvalersi di insegnamenti nuovi, rivoluzionari e che faccian di loro persone migliori (di me).

Sin da quando erano piccolissimi ho sempre cercato di lasciarli liberi di sperimentare, senza precludere alcuna esperienza perchè legata ad uno stereotipo.
Ricamare, cucire, raccogliere (e studiare!) fiori, appassionarsi ai lavori di casa: cucinare, pulire, stendere...
Ebbene sì, sono anche io colpevole di induzione (nota1).
Induzione alla manualità.
E all'indipendenza, all'autonomia e allo sviluppo cognitivo.
Nonchè alla libertà.




nota1. La parola induzione è terribile! Nessuno dovrebbe mai essere indotto, persuaso o convinto a fare nulla, semplicemente bisognerebbe offrire i mezzi e le opportunità per una libera scelta. E per inciso: non esistono cose da maschi e cose da femmine, esistono cose che ci piacciono e cose che non ci piacciono, questa è una possibile ed utile distinzione.

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