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sabato 1 marzo 2014

Rotola...rotola...

A volte capita che ci si rotoli sul lettone. A volte è l'aggrovigliarsi di due corpi, altre tre, altre ancora di tutti e quattro.
Basta poco, il cambio del pannolino, togliersi gli indumenti della giornata per infilarsi nel pigiamino e la relativa sensazione di libertà dei movimenti, la pelle nuda all'aria fresca e si scatena un caotico zompettare di gambe allegre sulle molle stanche del lettone, che termina sempre con tuffo libero sulla cena nello stomaco di mamma e papà.
Ieri sera eravamo io e Chupito a rotolarci, calpestarci, pizzicarci, sbaciucchiarci sul divano.
Rotola, rotola lui si ritrova seduto sul mio petto e io in bilico tra il divano e il vuoto e all'improvviso lui si blocca. Va in stand by, come solo i bimbi sanno fare, la sua attenzione completamente rapita dalla sua beniamina in televisione, la maialina dal vestito rosso.
E io rimango lì a guardarlo da quella angolazione ravvicinata, ma insolita.
Da lì sotto riesco a scorgere bene le rotondità del suo visino concentrato, le guance paffute come quelle di un piccolo roditore, la boccuccia sospesa, né chiusa né aperta, s'intravedono i dentini bianchi, le labbra inumidite di saliva sporgono leggermente in fuori, ogni tanto si contraggono in uno spasmo di concentrazione e la linguetta fa capolino di sorpresa per inumidirle ancora un po'.
Non si muove, è troppo attento. Il suo corpicino e il suo viso, sono percorsi solo dai fremiti del suo respiro che li fa sobbalzare ritmicamente.
Le piccole narici del nasino, le vedo bene da lì, si aprono per far entrare l'aria nei polmoni che si gonfiano facendo espandere il suo pancino. Un movimento quasi impercettibile, tanto è leggero, delicato eppure vitale.
Cerco di scorgere altri movimenti involontari del suo corpo, vedo un lieve ma caparbio pulsare del suo collo. Penso alla perfezione di questa macchina che mi schiaccia lo sterno.
Intanto i suoi occhi son sempre abbagliati dallo schermo colorato, le pupille guardano di lato verso l'alto. Sembra così assorto, io non esisto più, sono il suo supporto, come il divano il mio.
Che belli i suoi occhietti, grandi, spalancati, le ciglia lunghe e ricurve verso l'alto gli donano quell'espressione innocente e stellata tipica dei cuccioli, di qualsiasi specie.
Io rimango lì in estasi davanti alla impeccabilità delle sue rotondità, al calore della sua morbidezza.
Poi all'improvviso la beniamina televisiva lascia il posto alla pubblicità e il meccanismo del saltello, il gioco del rotolamento, riparte senza preavviso, come se non si fosse mai arrestato. Io torno a fare il tappetino, lui mi tira i capelli e mi calpesta e non sa quanta incredulità possano contenere gli occhi di una madre quando guarda il proprio bambino.

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